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Gratteri

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Alle prime falde delle Madonie, fra le quali troneggia il massiccio di Pizzo di Pilo, sovrastante panoramicamente la costa tirrenica, a 657 metri sul livello del mare, circondata da piccoli monti e colline che le fanno da corona, dai dintorni ameni e lussureggianti di pini ed eucaliptus, sorge la piccola ed incantevole Gratteri. Il centro urbano, che allo stato conta mille anime circa, disposto ad anfiteatro, si affaccia sul lato nord del territorio e gode di un meraviglioso panorama che va dal golfo di Cefalù al golfo di Palermo. Gratteri dista da Palermo circa 70 Km. Il territorio è esteso 3.846 ettari con un'altimetria che va dai 60 metri s.l.m. ai 1385 metri s.l.m. di Pizzo di Pilo, circa 2.600 ettari ricadono all'interno del perimetro del Parco delle Madonie. Il toponimo sembrerebbe derivare da "Cratos" o "Craton" - riferito al nome originario di Pizzo di Pilo - o da "Crati" - nome del torrente che attraversa il centro abitato. Altra ipotesi è che il nome derivi dalla "Grotta Grattara". Come confermato dal ritrovamento di alcuni reperti archeologici, si può affermare che le prime tracce riguardanti la presenza umana nel territorio di Gratteri si riferiscono al periodo compreso tra l'età del bronzo e l'inizio dell'età del ferro. Il primo signore di Gratteri fu tal Guglielmo da Gratteri, del quale si ha memoria in un diploma della contessa Adelasia del 1112; nel 1148 gli successe Gamelino de Gastenel. Successivamente i Signori di Manforte possedettero la signoria sino al 1250, anno in cui le terre di Gratteri vennero assegnate per disposizione testamentaria di Manfredi, figlio di Federico II, alla chiesa metropolitana di Palermo. Nel giugno del 1263, Manfredi assegnava le terre di Gratteri e di Isnello ad Enrico Ventimiglia; successivamente, dopo varie vicissitudini, Carlo D'Angiò assegnò Gratteri ad un suo fido, Guglielmo de Monsterio (guerra tra Aragonesi ed Angioini). Il 14 maggio 1338 Gratteri ricadeva nelle mani dei Ventimiglia e veniva trasformata da signoria a baronia, titolo che manterrà per circa sei secoli. Nel 1832, anno in cui morì Giuseppe Ventimiglia, il possesso della baronia di Gratteri, per matrimonio, passò prima alla famiglia Monroy e in seguito a Carlo Stagno d'Alcontres, i cui discendenti vendettero i possedimenti a privati.
Fonte: http://www.comune.gratteri.pa.it/images/GUIDAALLACITTA/Storia%20di%20Gratteri.pdfInserito da Alfredo Petralia   

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