Affacciato in posizione dominante sul versante tirrenico - lo sguardo spazia dalle quinte dei Peloritani, alla penisola di Milazzo, a Capo Calavà, fino alle isole Eolie - Gesso (Ibus, Gypsum), il cui toponimo deriva dalle cave di solfato di gesso attive fino ad oltre la metà del Novecento, vanta una storia millenaria. Tra i segni forti della sua lunga vicenda culturale i complessi monastici basiliani (S.Gregorio Magno, S. Biagio e S. Nicola de Ysa), di cui resta soprattutto memoria nelle fonti documentali, la chiesa e il convento di S. Francesco di Paola (sec. XVI), la chiesa Madre intitolata a S. Antonio Abate (sec.XVII) che conserva un cospicuo patrimonio artistico (tra le opere di rilievo quelle di Antonio Catalano il Vecchio, di Onofrio Gabrieli, nativo di Gesso, di Paladino e Tuccari). Notevoli anche le testimonianze di architetture residenziali, tra le quali spicca il palazzo Curcio (sec. XVIII) e quelle di carattere etno-antropologico legate alla cultura agro-pastorale (i palmenti ingrottati, le fornaci per la cottura del gesso, gli ovili, le "arie", i frantoi).
Fonte: http://www.museomusicapeloritani.it/gesso.html?popup=1Inserito da Alfredo Petralia