Novara, nel tempo, ha evidenziato sempre la genialità artistica dei suoi figli, perfino attraverso l'esercizio di attività non propriamente definite nobili ma che, comunque, lo sono diventate grazie all'abilità degli artigiani esecutori. Fra costoro, in particolar modo, si annoverano gli Scalpellini, artisti del taglio e della lavorazione della Pietra, le cui origini affondano nel passato.
Essi, non solo diedero vita ad una delle più riverite maestranze apprezzata in tutta la Sicilia, al Nord Italia e perfino all'estero, ma contribuirono soprattutto, a dare un notevole impulso allo sviluppo artistico del paese, si' da farlo distinguere pricipalmente come il Paese di Pietra. Gli Scalpellini provetti nell'intaglio della pietra, con l' '800 e i primi del '900, raggiunsero una perfetta espressione d'arte, grazie anche all'apporto dato dalla scuola di Buemi, entrambi scultori Novaresi conosciuti in campo Internazionale. Si ebbe, infatti, in questo periodo un rinnovamento della società Novarese. Sorgeva la Società operaia già fondata il 29/06/1881 e ricostituita l' 8/05/1903, sulla cui scia giungono le correnti nuove con l'amministrazione dell' Ing. Scandurra.
Lo sviluppo edilizio del centro si incrementò notevolmente, soprattutto per le rimesse degli emigranti. Il fenomeno dell'emigrazione Novarese è stato del massimo rilievo e i valorosi artigiani Novaresi si spersero nel mondo, ovunque portando la loro perizia e serietà. Con la Novara di Pietra sorgono i palazzi privati e le case Signorili.
Ma l'opera di questi artisti della pietra è testimoniata principalmente dai bellissimi portali delle chiese di S.Nicoloò, S.Antonio, S.Giorgio, della madre Chiesa, dalle colonne monolitiche e dai sovrastanti capitelli all'interno di molte chiese, nonchè dalle cornici dei balconi, e dalle mensole e dai supporti sottostanti chiamati "Cagnò" degli antichi palazzi: tutte queste opere di rilievo realizzate dal '500 al '700, ovviamente, precedono l'affinamento dei maestri verificatosi nell' '800.
L'immagine del paese di pietra viene data soprattutto dalle tante strade (un tempo tutte quelle del centro storico e alcune dei villaggi) in basole di pietra "Chiappe o Ciappe"
o in basole e acciottolato, tutte pregievoli opere degli Scalpellini.Nell'ultimo trentennio il cemento, l'asfalto e la pietra lavica hanno deturpato molte di quelle strade, ma da alcuni anni l' insipienza si è attenuata e si va riformando la cultura di quest'arte, tant'è che qualche strada è stata recuperata, come la Via S.Francesco, o restaurata come la Via Duomo e la Piazza Crispi.
Estrazione e lavorazione della pietra
Le decine di scalpellini vanto di Novara, che per oltre quattro secoli avevano costituito una gloriosa corporazione artigiana, tramandandosi il mestiere di padre in figlio come si fa con bene prezioso, oggi sono del tutto scomparsi molti di essi passarono, agli inizi del secolo, a fare i minatori e gli scavatori di galleria in ogni parte del mondo. Invero, però, col riformarsi della cultura della pietra, si nota una ripresa dell'antica attività: l'arte dello scalpellino che il Novarese si porta nel sangue è cominciata a riaffiorare in quanti si dedicano al restauro delle strade o alla costruzione di qualche villa stile '800.
Gli scalpellini lavoravano maggiormente la pietra arenaria che prelevavano dal Torrente Chiappera e la pietra rossa marmorea "Cipollino" che estraevano dalla Rocca "o sgricciu". Dopo aver scelto il blocco di pietra a loro occorrente, i tagliatori lo spaccavano in punti precisi con mazze di ferro e "Cugni". Il blocco veniva poi poggiato su travi unte con grasso o, in mancanza, con pale di fichi d'india schiacciate, al fine di facilitarne la scorrevolezza. Si arriva cosi' sino alla strada rotabile ove il blocco veniva trasportato fino al luogo dove si effettuava la lavorazione vera e propria.
La pietra sia grezza che manufatta, veniva esportata ovunque nell'isola e fuori di essa. Negli ultimi decenni l'artigianato ha subito a Novara come del resto altrove, profonde trasformazioni legate al progressivo scomparire di tutto un mondo culturale, per cui molti antichi mestieri compreso quello degli scalpellini, poco saggiamente, si sono perduti insieme a quelli che, per il loro contenuto servile, andavano giustamente abbandonati.
Fonte: www.comune.novara-di-sicilia.me.it/novara_sicilia-21-novara_di_pietra.phpInserito da Alfredo Petralia