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Latomia dei Cappuccini - Siracusa

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Storico, Parchi, Riserva, Archeologico, Mitologico, Natura

La Latomia dei Cappuccini è la più grande delle cinque cave di pietra calcarea scavate nell'area urbana dell'antica Siracusa a partire dal VI secolo a. C. La pietra, utilizzata per costruire la città nelle sue successive espansioni da Ortigia fino alla Neapoli, Tiche e Akradina, fu ricavata dai calcari miocenici che caratterizzano dal punto di vista geologico l'area del Siracusano. L'attività di cava interessava gli strati più profondi e teneri di calcare che venivano asportati realizzando delle profonde cavità sostenute da pilastri. Nel corso dei secoli, l'azione di erosione e di dissoluzione dei calcari ad opera delle acque meteoriche, come pure vari eventi sismici, hanno determinato il crollo di gran parte delle volte, dando origine a spettacolari cavità, note come Latomie. Esse costituiscono un complesso sistema che si estende a Nord della città greca, ampliato nel tempo a partire dalla Latomia dei Cappuccini verso Ovest, con la realizzazione delle Latomie di Novanteri, del Casale, Santa Venera, dell'Intagliatella e, infine, di quella del Paradiso.
Successivamente, le Latomie furono utilizzate per scopi diversi, come prigioni, luoghi di sepoltura, e, dopo il crollo delle volte, come orti e giardini. In particolare la Latomia dei Cappuccini, alla fine del '500, fu integrata all'attiguo e sovrastante convento di frati, da cui prese il nome e destinata a coltivazioni per gli usi interni del convento, anche se non dovevano mancare numerose specie ornamentali. Nel 1868 l'intero complesso divenne di proprietà pubblica, acquisito dal Comune di Siracusa al prezzo di £ 5325 con espresso riferimento alle norme relative "alla conservazione e restaurazione degli antichi monumenti" già gravanti sul sito.
All'inizio del Novecento l'area fu destinata a giardino pubblico, con la realizzazione di infrastrutture, tra cui anche un piccolo teatro all'aperto, la suddivisione in aiuole e l'impianto di diverse specie ornamentali tuttora presenti. A seguito di un crollo che interessò parte della Latomia, negli anni Sessanta fu chiusa al pubblico per motivi di sicurezza e lasciata in condizioni di abbandono. Solo negli ultimi anni, dopo una serie di lavori di consolidamento e di sistemazione, la prima parte della Latomia è stata riaperta al pubblico, per periodi limitati, con un servizio di visite guidate.
Fonte: http://www.dipbot.unict.it/cnr/files/cappuccini/cappuccini.htmInserito da Alfredo Petralia   

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