Opera di Giacomo Del Duca, allievo di Michelangelo, assieme al palazzo del Gran Priorato dei Cavalieri di Malta, che posero a Messina la residenza del loro Gran Maestro dopo la cacciata da Rodi nel 1136, prima di trasferirsi definitivamente a Malta. Nella chiesa, sede un tempo della prima abbazia benedettina del mondo dopo quella di Montecassino, sono custodite le reliquie del santo martire messinese Placido e dei fratelli Eutichio, Vittorino e Flavia, nonché il sepolcro del grande scienziato messinese Francesco Maurolico (1494 - 1573). Le origini della chiesa risalgono al 535 d.C., quando San Benedetto da Norcia mandò a Messina il giovane monaco Placido per costruire il primo monastero benedettino di Sicilia, con una chiesetta annessa dedicata a San Giovanni Battista. Sei anni dopo la costruzione sbarcò ad Acqualadroni una flotta di pirati saraceni guidati da Mamuca. I pirati devastarono e saccheggiarono tutto quello che incontrarono sul loro cammino, sino a giungere alla chiesetta edificata da Placido. Placido venne legato ad un albero di ulivo e durante la tortura gli venne chiesto di rinnegare la sua fede, cosa che lui non fece. Per punirlo Mamuca ordinò ai suoi prima di tagliarli la lingua e poi di trucidarlo insieme ai suoi compagni. Nel 1806 re Ferdinando II la innalzò a cappella Palatina, titolo che ancora conserva. Il terremoto del 1908 distrusse quasi totalmente la magnifica chiesa. Oggi , all'interno, vi è un museo in cui sono custodite, oltre alle reliquie di San Placido e compagni, anche opere che testimoniano la presenza di alcuni dei maggiori maestri orafi argentieri del 1600, così come la produzione della seta è manifestata nella esposizione di Pianete e Paliotti ricamati con fili d'oro e d'argento databili tra il XVIII e il XIX secolo.
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giovanni_di_Malta_(Messina)Inserito da Alfredo Petralia