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Chiesa Madre di San Pietro e Paolo - Roccapalumba

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Religioso, Storico

Dedicata agli apostoli Pietro e Paolo, la chiesa viene aperta al culto nel dicembre 1641 per volere di Donna Stefania Corsetto Ansalone principessa di Roccapalumba. Subisce nei secoli successivi ampliamenti e restauri. Il prospetto è caratterizzato dalla presenza della massiccia torre campanaria coronata da un'elegante cupoletta. L'interno ad aula, conserva le linee e gli stilemi del primo settecento: lesene su alti plinti, scandiscono le cappelle e reggono una doppia cornice che corre per tutte le pareti; in alto le finestre strombate e le lesene percorrono l'ampia volta a botte del soffitto. La decorazione in stucco dell'abside sono andate perdute probabilmente in seguito ai restauri successivi al sisma del marzo 1823. Le due teste di putti in stucco, rinvenute casualmente probabilmente facevano parte del ricco decoro dell'abside. L'altare maggiore in marmi policromi, è sovrastato da una grande pala che raffigura i Santi titolari al Concilio di Gerusalemme, opera del pittore Ilderigo Panepinto datato 1844. A destra e a sinistra i simulacri ottocenteschi di Santa Lucia e della Madonna delle grazie. Degni di nota sono il seicentesco Crocifisso e il gruppo policromo di San Giuseppe col Bambino di scuola settecentesca collocati in alcune delle cappelle laterali. Due piccoli dipinti del '700 raffigurano la Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina da Siena e la Madonna di Loreto con San Francesco. La sacrestia vecchia conserva l'archivio storico, l'antica biblioteca, diversi paramenti sacri del '700 e dell'800 di cui alcuni di fattura francese; il san Francesco di Paola del XVI secolo, in legno policromo, evidente espressione di arte popolare, un bambinello benedicente del XVIII secolo e la vergine Assunta della prima metà del XVII secolo. Degno di nota è il settecentesco Stipo monetario e l'artistico ostensorio in argento del 1725 entrambi doni del Principe Moncada. Spettacolare risulta, in occasione della Settimana Santa, l'estensione della grande "Tila" che ripropone la deposizione dalla croce.
Fonte: http://www.comune.roccapalumba.pa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=220&Itemid=722Inserito da Alfredo Petralia   

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