L'Antiquarium Regionale al Teatro Romano di Catania è dislocato in due sezioni, Casa Pandolfo e Casa Liberti.
La sezione di Casa Pandolfo, trovandosi inserito nel percorso visita, è una tappa obbligatoria per il visitatore e prende il nome dall'ultima famiglia che risedette nell'edificio settecentesco che la ospita. Al di sotto del piano pavimentale vennero ritrovati i resti di un edificio rinascimentale, pre-sismico, di cui si conserva magnificamente il pavimento a mattonelle esagonali, nonché le pareti fino a circa un metro in altezza, visibilmente demolite e livellate per la realizzazione dello stabile post-sismico. L'ambiente ospita i frammenti architettonici e statuari ritrovati nelle campagne di scavo dagli anni '80 agli anni 2000. Degni di attenzione, un guanciale marmoreo conformato a delfino e il gruppo di Leda col Cigno (fortemente abraso) provenienti dagli scavi degli anni 2000.
La Casa Liberti è piuttosto un inusuale contenitore della storia civica raccontata mediante i ritrovamenti effettuati nel Teatro. Non sempre visitata per via della posizione periferica rispetto al percorso principale, essa è un vero gioiello dell'architettura tardo-ottocentesca e del primo Novecento, conservato appositamente quale testimonianza del quartiere Grotte, demolito per mettere in luce l'edificio teatrale. Qui, in teche appositamente studiate per essere in linea con l'atmosfera domestica della casa, sono esposti i manufatti provenienti dagli scavi del Teatro, che inquadrano un arco cronologico che va dal Bronzo Antico (ca. III millennio a.C.) al XIX secolo. Interessanti i reperti di epoca romana, molti dei quali oggetti smarriti dagli spettatori del Teatro. Una sala speciale conserva il vasellame secentesco della Casa del Terremoto, un edificio ricavato nel Teatro, crollato nel 1693 di cui si sono conservati i corredi come in una capsula del tempo.
Ma Casa Liberti, essendo stata donata alla Regione dagli ultimi due proprietari, conserva anche le memorie dei signori Liberti, tra cui una magnfica sala di primo Novecento, ricostruita e musealizzata grazie alle foto d'epoca.
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