Le origini di Paternò sono antichissime. Il sito dell'odierna Paternò viene individuato dagli storici nell'antica Ibla Major, fin dal V secolo a.C.. Infatti numerosi rinvenimenti archeologici testimoniano che le origini dei primi insediamenti nell'attuale città di Paternò sono antichissime e risalgono ad un periodo antecedente la venuta dei greci, nell'epoca di Tapsos (1050/850 a. C.). Scavi archeologici sulla collina, hanno evidenziato ritrovamenti di età preistorica, greca, romana, bizantina e normanna. La Collina storica e monumentale, è considerata un vulcano preistorico spento, un nek di lava basaltica, sulla quale sono stati costruiti i monumenti più importanti, per dimostrare a futura memoria la ricchezza architettonica, e rappresenta senza dubbio un unicum irripetibile di suggestiva bellezza. I lavori di scavi archeologici hanno incominciato a far luce sull'origine storica del centro pedemontano. All'inizio le genti del luogo si opposero al processo di ellenizzazione sotto la guida di Ducezio, ma durante la dominazione dei romani la città diventò un'importante crocivia commerciale e di produzione di miele e grano, furono costruiti ponti e strade. Con la fine della dominazione romana e l'avvento dei bizantini la città attraversa un periodo un periodo di decadenza. Gli arabi ne rilanciarono l'economia nel IX secolo e la ribattezzarono Batarnù.
Con l'arrivo dei Normanni, nel 1072, la città ebbe nuovi impulsi. Dopo la ricostruzione del Castellofortezza (fra i primi tra quelli edificati dagli "uomini del nord" in Sicilia) la città con il suo territorio ebbe il titolo di Contea da Ruggero d'Altavilla, che la assegnò in dote alla moglie Adelasia Del Vasto. Da questo momento Paternio ebbe un notevole sviluppo urbano ed economico, divenendo luogo privilegiato per la fondazione di monasteri e conventi. In epoca sveva fu Signoria dei Lancia e sotto gli Aragonesi, tra il 1302 e il 1431, fece parte della Camera Reginale, era cioè dote personale delle regine di Sicilia. A quest'epoca risale la permanenza di Bianca di Navarra che, nel 1405, emanò dal Castello le celebri Consuetudines; qui soggiornò più volte Federico II di Svevia, e nel 1337 vi morì Federico III d'Aragona.
Nel 1431 la città perse la propria autonomia poiché Alfonso I d'Aragona, re di Sicilia, la vendette per 25 mila fiorini alla famiglia Speciale. Nel 1456, per soli 24 mila fiorini, la acquistarono i potenti principi Moncada, famiglia che, per quasi quattro secoli, ne terrà la Signoria. Fu il periodo del feudalesimo paternese, una sottomissione dalla quale gli abitanti cercarono a lungo, ma invano, di liberarsi. Nel 1576 Paternò fu colpita da un'epidemia di peste dalla quale, secondo la fede popolare, fu liberata per intercessione di Santa Barbara, divenuta quindi patrona della città. Nel 1693 fu danneggiata dal tremendo terremoto che distrusse l'intero Val di Noto e parte del Val Demone. Dopodiché la Collina si spopolò, e la nuova Paternò si espanse nella zona sottostante. Tra il Sette e l'Ottocento si ebbe un notevole sviluppo urbanistico e demografico, un processo che non si è mai arrestato.
Durante i Moti risorgimentali italiani, i paternesi accolsero favorevolmente le nuove idee dello Stato unitario e nel 1862 lo stesso Garibaldi passò per Paternò e vi si fermò. Tra l'Otto e il Novecento l'agricoltura, grazie all'agrumicoltura, passò da estensiva a intensiva; la grande produzione di agrumi caratterizza ancora l'economia del territorio, tanto che Paternò è definita "patria delle arance". Dopo i durissimi bombardamenti aerei del luglio 1943 %u2013 molte furono le vittime, tanto che la città ricevette la Medaglia d'oro al valore civile -, nella seconda metà del Novecento si ebbe un ulteriore sviluppo urbanistico e demografico; nuovi quartieri (si pensi alla "Città giardino" dell'Ardizzone) e una popolazione in aumento ne fecero una moderna e dinamica cittadina, un "capoluogo" per il territorio circostante. Il 9 febbraio del 1983, con Decreto del Presidente della Repubblica, Paternò è stata insignita del titolo di città.Ma gia' precedentemente nel 1473 venne dichiarata citta',titolo che allora spettava solo alle sedi Vescovili e nel 1753 .Un altro importante titolo dato a Paterno' agli inizi del '500,fu l'appellativo di ''CIVITAS FERTILISSIMA'',per la grande fertilita'e ricchezza delle sue terre.
Fonte: wikipedia,Terrae PaternionisInserito da Claudio Marchisio