La tradizione riportata negli antichi manoscritti, fa risalire a San Placido la fondazione di questo Monastero di Benedettine di clausura, originariamente dedicato a Santa Maria Maddalena. Quando nell'anno 1078 il Normanno Gran Conte Ruggero, col suo esercito si accinse ad attaccare la roccaforte araba di taormina, passò da Randazzo e trovò alloggio in questo monastero. L'accoglienza delle monache fu così cordiale che, il Gran Conte prima di partire alla volta di taormina, lasciò loro in custodia tutte le reliquie che per devozione portava con sè, fra queste vi era un quadretto di San Giorgio.Tornato a Randazzo e prima di ripartire per Piazza Armerina, il Gran Conte volle riprendersi le reliquie ed il quadretto del suo protettore: ma con grande meraviglia nessuno riuscì a toglierlo dal chiodo cui era stato appeso. Commosso da questo miracolo, il Gran Conte donò il quadretto alle Benedettine che da quel giorno, dedicarono il monastero a San Giorgio. Oltre a questo convento benedettino in città ve ne erano altri due: quello di Santa Caterina (che sorgeva dove oggi c'è l'Istituto S.Giovanna Antida) e quello di S.Bartolomeo. Lo stesso monastero possedeva preziose suppellettili, reliquari ed oggetti sacri in argento. Oltre al quadro sopracitato, vi era il "transito di S.Benedetto" donato da Federico II d'Aragona e restaurato nel 1653, un quadro di S.Paolo datato 1624, ed un'altro quadro di S.Giorgio datato anch'esso 1624. Nel 1866, il nascente Stato Italiano soppresse numerosi ordini religiosi incamerandone i beni. Il monastero subì tale sorte: le suore furono cacciate, il monastero fu venduto a dei privati che dapprima lo adibirono a distilleria e deposito di vinacce, per poi utilizzarlo come magazzino.
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