Oltrepassata l'importante arteria di Via Vittorio Emanuele, a 300 metri dalla Stazione Ferroviaria, si erge sulla collina la Chiesa di San Francesco d'Assisi che con la sua imponenza sembra benedire, tutto il paese con la statua in bronzo raffigurante San Francesco, posta sul piazzale antistante, con le braccia allargate, a forma di Croce, comunica a tutti il suo saluto augurale di PACE E BENE. La facciata è inquadrata da ripartizioni architettoniche in pietra arenaria, che hanno perduto gran parte del loro modellato plastico negli intagli, ma che riescono tuttavia a creare una atmosfera suggestiva al tramonto, quando il sole illumina l'intonaco bianco delle superfici. L'attuale Chiesa monumentale, a cui è annesso l'antico Convento dei Padri Francescani, soppresso dopo l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia, oggi "Casa di riposo per anziani", venne eretta sulle basi di un primitivo "Oratorio" nel 1554, secondo gli storici, con il contributo principale del Barone G. Battista Bonanno, allora Signore di Canicattì, che nel 1559 è stato destinato a loro sepolcreto prima di edificarlo nella chiesa di Santo Spirito. Il Convento dei Padri Francescani, nel 1906, fu trasformato dal barone Francesco Lombardo, detto affettuosamente "don Cicciu Lumbardu", straordinaria figura di filantropo ed imprenditore, in un Ospizio di Mendicità, che costituisce il nucleo iniziale dell'Ospedale Civile a lui intitolato, affidando la trasformazione delle fabbriche dell'antico convento ad Ernesto Basile. Sebbene le trasformazioni successive rendano poco leggibili gli adattamenti operati dal grande architetto palermitano, si conservano ancora i disegni del progetto di adeguamento. Il 24 ottobre del 1554 è stato elevato alla dignità di Santuario dell'Immacolata Concezione, protettrice della città e incoronata regina di Canicattì il 23 ottobre c.a. da S. E. il cardinale Ruffini. La Parrocchia viene eretta con decreto vescovile il 2 febbraio 1963. La Chiesa, lunga 37 m. e larga 9.5 m. venne costruita al di sopra di una cripta, adibita ad ossario (il cimitero dei Frati), la quale è stata riesumata ed esposta al pubblico nel 1998, in occasione del rifacimento della pavimentazione della Chiesa. Secondo gli esperti, tale cripta è una di quelle meglio conservate, dopo tanti secoli, sul territorio regionale e forse nazionale. L'interno ad unica navata è stato ristrutturato nel Settecento: la volta ha perduto irrimediabilmente gli affreschi tardo settecenteschi di Domenico Provenzani, a causa del crollo avvenuto nel 1823. Sono rimaste le opere sopra i perduti altari laterali: nella prima nicchia a destra è sistemata una statua settecentesca raffigurante S. Antonio di Padova. Nella seconda nicchia, un gruppo scultoreo ligneo con la Pietà. Tra questa cappella e la successiva è tuttora conservato un singolare insieme costituito da confessionale sormontato da pulpito: sebbene fortemente ridipinto, reca i tratti di una qualificata resa esecutiva tipica degli intagli lignei siciliani della seconda metà del XVIII secolo. Nel terzo altare è oggi sistemata la statua lignea, attribuita alla bottega degli scultori palermitani Bagnasco, raffigurante il titolo della chiesa. Nella nicchia dell'abside, al centro della grande macchina decorativa dell'altare maggiore, trionfa il simulacro ligneo dell'Immacolata, veneratissima dai canicattinesi, i quali riservano alla Madre del Redentore due festività: 8 dicembre, solennità liturgica, e la domenica in albis (prima domenica dopo Pasqua). In entrambe le ricorrenze il simulacro viene portato in processione nelle maggiori chiese cittadine, legate a significative presenze conventuali: Chiesa Madre, San Domenico, Santo Spirito, realizzando un circuito che unisce tutta la comunità cittadina. Una devota tradizione vuole che il volto sia un'immagine Acheropita, attribuendone l'esecuzione a "mani angeliche". Si racconta che l'umile frate scultore, arrivato al volto, sia rimasto esitante e siano scesi gli Angeli in suo soccorso a guidarne la mano. Ma c'e chi sostiene che sia stata la stessa Madonna ad apparire al frate e a farsi ritrarre, aiutandone direttamente la mano. Nella seconda cappella a sinistra è appeso un interessante Crocifisso ligneo, che mostra i tratti tipici della produzione scultorea iberica della fine del Quattrocento.
Fonte: http://www.comune.canicatti.ag.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/217Inserito da Alfredo Petralia