Il complesso acquedotto era a pelo libero (ossia scoperto) e prevedeva soluzioni miste per mantenere costante la pendenza dell'acqua, con canali a raso, su muraglione, su arcate, a mezzo-costa. Di quando in quando erano presenti i castelli dell'acqua che accumulavano il prezioso elemento per aumentarne la pressione, in vista di una risalita o per una deviazione atta ad alimentare un altro ramo.
Chiuso tra i palazzi di via Ferri, nei garage dell'ex sede di Scienze della Formazione (Segreteria degli Studenti e Biblioteca), ancora è possibile vedere una parte dell'archeggiato che da qui giungeva su via Cesare Vivante da cui poi si discostava per raggiungere l'attuale piazza Montessori, dove pure è un tratto dell'acquedotto. Seminascosto, questo è uno dei tratti che si è conservato meglio poiché venne sfruttato come divisorio tra due proprietà.
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