La chiesa di S. Giuseppe fu fondata dagli antichi abitanti di questa Terra. Intorno all'epoca della sua fondazione non si sa altro, che esisteva nella fine del secolo XV, come si ricava da alcuni documenti esistenti presso la detta chiesa. Alla stessa epoca rimonta la confraternita, che esiste ancora sotto il titolo del Patriarca S. Giuseppe e fu fondata per l'esercizio delle sue pratiche religiose. Costruito poi il collegio di Maria nel 1733, la chiesa divenne sacramentale e nel 1770 fu per opera e denaro di alcune persone, e specialmente del Sac. D. Francesco Manzella, ristorata e ridotta detta cappella, nella forma attuale. Pochi anni dopo, e precisamente nel 1779, la chiesa fu decorata e abbellita di stucco, e finalmente negli anni 1903 e 1904 fu adornata di pitture eseguite da D. Filippo Lo Cascio da Lercara.
Il 22 marzo 1901 si sviluppò accidentalmente un incendio, che distrusse il quadro di S. Anna, il quale occupava quasi tutta l'abside, e la statua di S. Giuseppe con la madonna ed il bambino. Subito dopo si raccolse una buona somma nel paese e nella lontana America, e si diede incarico allo scultore Bagnasco da Palermo di fare un'altra statua del santo.
Ora debbo parlare del collegio di Maria, che si trova annesso a questa chiesa e fu fondato nel 1732. In quell'anno il Rev. Padre D. Nicolo Anfossi, insieme coi preti D. Domenico Giglio e D. Giovanni Battista Carnovale, venne in Ciminna per le sante missioni e promosse la fondazione del collegio, come unico mezzo per la buona educazione delle ragazze. Incoraggiati dal detto Anfossi e dall'arciprete D. Onofrio Affrunti si unirono i baroni D. Filippo Ciminna e D. Alonso Spatafora, i dottori D. Vincenzo Gentile e D. Francesco Maria Canzoneri, il Rev. abbate D. Francesco Morici, D. Rosario Scimeca vicario foraneo, e i Sac. D. Rosario Lo Cascio e D. Domenico Chirafiso, e, con atto di fondazione del 25 settembre XI ind. 1732 presso notar Domenico D'Alessandro, assegnarono alcune rendite per la fabbrica del collegio e pel mantenimento dell'educande.
Lo scopo è detto diffusamente nel citato atto di fondazione, e consiste nell'orazione e nell'insegnamento della religione e de' lavori donneschi a tutte le bambine e le ragazze del paese, e ciò a gloria di Dio e senza speranza d'alcuna mercede.
Nell'anno seguente 1733 i suddetti fondatori, colle rendite e con elemosine pubbliche, cominciarono la fabbrica del collegio, a cui la confraternita di S. Giuseppe concesse gratuitamente l'uso della chiesa con facoltà di aprire grate per la confessione, comunione ed altro, e alcuni casali appartenenti ad essa. Nello stesso tempo pensarono a provvedersi di due maestre per insegnare le ragazze a guisa degli altri collegi, ed dessero Suor Maria Crocifissa Lo Piccolo della Terra di Marineo, monaca oblata dei Servi di Maria SS. Addolorata Porrello da Monreale, educanda in quel collegio, che fu il primo ad essere fondato in Sicilia.
Portato in forma acconcia il nuovo collegio, il primo settembre 1733 si fecero venire la Lo Piccolo e la Porrello, alle quali si unì un'altra educanda di quel collegio Suor Giovanna Chiara da Palermo, accompagnate dal Rev. Dr. D. Filippo Seggio canonico di Monreale.
Dopo alcuni giorni di riposo le sudette religiose aprirono le scuole, istruendo le fanciulle nei lavori manuali e nei misteri della religione e con tale profitto, che ogni mese si facevano dispute pubbliche in materia di dottrina cristiana nella Matrice o nella chiesa di S. Giuseppe. Il collegio adottò la regola del Card. Corradino, che fu approvata da Clemente XI l'anno 1717 e forma lo statuto di tutti i collegi di Maria in Sicilia. Nel 1752 con lettera del 7 ottobre, emanata dall'Are, di Palermo Fr. D. Giuseppe Melendez, si ottenne che il voto di perpetua permanenza potesse in avvenire essere abrogato dal solo pontefice. Nel 1779 e 1780 fu formato il libro delle rendite, dal quale sono ricavate le notizie sopradette.
Il collegio cominciò ad ingrandirsi sin dal suo nascere e crebbe coli'assegnamento di altri poderi, rendite e legati di diversi benefattori, e sino al 1785 perdurò nel suo splendore; ma da tale anno, in cui si pensò ad ingrandirlo colla fabbrica di un nuovo corridoio e di nuove celle per le convittrici, si gravò di molti debiti e s'impoverì fino all'indigenza.
Ora il collegio è al quanto migliorato nelle sue condizioni economiche, poiché il Can. D. Francesco Savona vicario foraneo, con testamento pubblico del 5 agosto 1878 presso il not. Alvano Tinnaro da Palermo legò alle povere moniali del collegio un canone annuale netto di salme sei, tumoli sette e mondelli due di frumento. Oltracciò è aumentato il numero delle convittrici e per l'attività dell'attuale supcriora Suor Maria Angela Cavadi, il collegio sembra avviato a migliore avvenire.
Fonte: http://www.ciminna.eu/memoriedocumenti/ParteTerza/ParteTerzaCap1.htm#4Inserito da Alfredo Petralia